Trattasi di un
pericolo da non sottovalutare, non tanto per il mare in sé (con le
sue splendide colorazioni con gradazioni che vanno dal giallo
cacarella al leggendario blu di prussia) ma bensì perlopiù per le
sue regioni, i suoi agglomerati urbani, umani e via dicendo. Il
problema principale è il fatto che poi, almeno nel mio caso, non si
a più voglia di andare via. Forse dovrei provare ad andarci
d'inverno. E se devo dirvi feondamentalmente cosa mi ha colpito delle
zone visitate nella settimana appena trascorsa (ovvero Riga e
dintorni marittimi, Vilnius, Kaunas e dintorni) non so nemmeno bene
dirvi cosa. Forse che non mi aspettavo che la Lettonia e la Lituania
fossero così profondamente diverse tra loro (la nordicità russofila
della Lettonia messa accanto alla profonda “terronaggine”
pseudomediterranea della Lituania, due mondi completamente diversi,
accumunati forse “soltanto” da foreste sconfinate, dai tetti in
eternit delle zone periferiche ed agricole, dalle valkirie passesche
che si aggirano sinuosamente pressochè ovunque e da idiomi che
assomigliano vagamente al friulano). Fatto sta che pure sto giro
(come l'anno scorso al momento del ritorno dalla splendida Danzica)
sono riuscito con la forza del pensiero a posticipare di un'ora la
partenza dell'aereo che mi ha tristemente riportato sano e salvo in
terra natìa. E va beh comunque forse la cosa più speciale che ho
trovato lassù è semplicemente il fatto di essermi preso una bella
distanza dall'amata/odiata/deturpata e infinitamente bestemmiata
Valle Camonica. Ma va beh a parte queste paranoie che immagino vi
abbiamo già da un po' fracassato i maroni, torniamo al succo della
questione. A Riga sono stato anche intervistato da un paio di radio e
ho partecipato attivamente al Festival Origo Summer Fest (con altri
artisti di Pa74music e Videofestival live grazie ad Alessandro
Porcella e Victoria Moro). E nonostante la “resaca” terrificante
che avevo in piedi il giorno del concerto per colpa di un mix di
birra scura lettone, cibo laido e untuoso e black balsam (amaro
tipico di Riga una sorta di via di mezzo tra Fernet e anima nera ma
molto più malefico) l'ho portata via piuttosto bene e posso anzi
asserire che la musica mi ha guarito e sempre sia lodata. Si sono
esibiti anche altri artisti italiani ovvero Hiddenwolf e Levent Rihan
& Dj Dani (già compagni di tour il Bulgaria il mese scorso), il
mitico bluesman teutonico Jørg,
quel pazzoide del cantautore ucraino Jakov Smirnov, più diverse
ragazze locali splendide e bravissime oltrechè perlopiù piuttosto
ultraminorenni, anche alcuni ragazzi ma chissà perché quelli non me
li ricordo. Quindi sì è
stato un bel festival (di
cui trovate qualche foto e video qua e là su questa pagina),
nonostante il fatto che come pezzo finale abbiamo eseguito tutti
assieme un pezzo dei Ricchi e Poveri. Ebbene sì lo ammetto. Non ho
cantato ma ne ho suonato gli accordi, sbagliandone pure alcuni qua e
là se ben ricordo. E li sì che c'è stato il delirio generale tra
la folla. L'abbiamo fatto anche in Bulgaria, ripetutamente ma finora
avevo preferito tacere per pudore ma è giunto ormai il momento di
tirare fuori gli scheletri dall'armadio. In tutti i sensi (chi vivrà
vedrà...). Oltre a ciò anche un paio di “buskerate” per la
strada non sono mancate. E va beh a Vilnius sono addirittura stato mezzo fidanzato per un giorno (e non ha ancora nevicato!), ma questa è
un'altra storia. Chiudo qui il capitolo baltico se no mi viene il
magone (come se non ce l'avessi già ed è talmente grosso che fa
delle magie incredibilmente enormi...).
Passiamo
ora al capitolo camuno-cenomane-alpino-lumbardoveneto.
Mercoledì
prossimo, ovvero il 14
agosto, vigilia di
una festa che non ho capito ancora bene di cosa si tratta (forse la
prima mestruazione di Maria madre di Dio?), alle
ore 18 presso
il Cortile Casa Rivadossi (in caso di calamità naturali di entità
gagliarda presso l'Auditorium Comunale) a Borno
(BS) io e la
violinista/cantautrice
più fichissima dell'Unione Europea ovvero
Mirela Isaincu, facenti
parti del neonato progetto “Shomannati” apriremo con qualche
canzone nostra e altrui la presentazione
del libro “La mia
prima volta con Fabrizio de Andrè. 515 storie” di
Daniela Bonanni e Gipo Anfosso in occasione del Festival
“Dallo Sciamano allo Showman”.
Ingresso libero e ci sarà pure il rinfresco. Per maggiori
informazioni sulla serata e sul festival visitate il sito
www.shomano.it .
E
niente per oggi abbiamo finito. State all'erta. Stanno arrivando!!!
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