mercoledì 12 dicembre 2018

CARA SANTA LUCIA...



Sappi che ho appena affidato a un piccione viaggiatore la lettera che ti scrissi l'anno scorso (che non ebbi il coraggio di consegnarti) e va beh.... Non so se leggi il mio blog, anche perché in braille fino ad ora non l'ho ancora tradotto... Magari ascolti la mia musica o magari no, cazzi tuoi. L'importante è che mi porti quello che ti ho chiesto (chissà se l'asinello sa leggere...) perché sto iniziando a perdere la pazienza (finalmente!). A dire la verità quanto richiesto sulla lettera di fatto è già nelle mie mani. Mi servono solo un briciolino di volontà e coraggio in più.

Comunque sia, devoti o non devoti alla santa più fica dell'Universo, ho un importante annuncio da farvi. Dopo qualche mese di autoesilio dai palchi (in cui mi sono limitato a sporadiche esibizioni stradaiuole o a qualche open-mic in terra portoghese, di cui qui sopra uno spezzone di un'esibizione in compagnia di Manuel Bonzi allo djembè) finalmente il 24 dicembre tornerò a suonare nel locale più fico dell'emisfero settentrionale (ebbene sì sarò anche pazzo ma non sono un terrapiattista) ovverosia il mitico Bar La Fuente di Bienno, nella mia amata/odiata/variedeventuali Valle Camonica. E non vedo l'ora. Suonerò in compagnia della violinista più megagalattica che io conosca ovvero Mirela Isaincu e sarò lieto di condividere il palco con degli ospiti speciali (chi indovina vince un viaggio a Valle). Ormai si organizzano serate tipo Kamal & friends (mica patatine!), forse sono il nuovo Pavarotti (anche se forse come si dice dalle mie parti, devo mangiarne ancora di polenta... in questo caso nel vero senso della parola...). Magari tra di voi c'è chi si starà domandando se sono stato influenzato dal fado (come pure fui influenzato dal flamenco, in particolare dalla rumba catalana, durante il mio lungo soggiorno spagnolo nel lontano 2008). Vi dirò di più. Non conoscevo se non superficialmente il fado. So che molti lo considerano estremamente palloso ma a me piace particolarmente per la sua visceralità ancestrale seppur mantenendo un livello molto alto di decoro, lontano anni luce dagli esibizionismi e dall'appiattimento del gusto tipici della musica angloamericaneggiante, che ascolto anche però mi rallegro quando scopro che non esiste solo quella o suoi tristi e ridicoli cloni . Più che esserne influenzato ho scoperto che la mia musica è già di per sé un fado e anzi, ero molto più fado quando non sapevo nemmeno cosa fosse. Prendete Biis Matino per esempio. A parte essere una mezza copia (involontaria) di un pezzo di Battisti, cos'è se non un fado australo-camuno (lo scrissi in Australia)? E vabbeh se qualcuno di voi volesse metter su una band di fado in Valle Camonica vi posso suggerire il nome: Fadonfado (liberamente ispirato da band come i Fomanblues e i Fomenjuna).
E a parte ste stronzate, torniamo alle cose serie. Si diceva di Santa Lucia appunto. Non so se arriva fino in Portogallo. Però avendo riproposto la letterina dell'anno scorso magari con un anno di ritardo... vedremo...
Per il 2019 poi ho molti progetti a cui sto lavorando assiduamente. Perché a me la realtà così com'è non va. Voglio fare la mia piccola parte per favorire il cambiamento verso forme di umanità più evolute. Rudolf Steiner diceva che l'arte vera e propria è una continuazione dell'opera della creazione di Madre Natura (o Dio, o chiamatelo come volete). Con più vado avanti con più mi trovo d'accordo con questa visione. Lo scopo è evolutivo, poi va beh c'è anche l'ego degli artisti da tenere da conto, come pure la coglionaggine di quei fans che idolatrano appunto l'ego gli artisti (oppure, peggio ancora il loro involucro, facendo del male a sè stessi e al contempo all'anima degli artisti che idolatrano come divinità). Il mio in primis, ve lo dovete sorbire come pure me lo devo sorbire io (e soprattutto chi nella vita mi sta vicino, mi supporta, mi sopporta e mi vuole bene così come sono). Il mio involucro non è niente male, così si dice, ma mi auguro di essere sempre più trasparente lasciando meno tracce possibile in ciò che produco (sarebbe meglio dire in ciò che traduco...). Mi auguro di non essere idealizzato o idolatrato. Ho dovuto sputare anche io sui miei idoli, sulle mie divinità adolescenziali, potete farlo anche voi se vi va. È estremamente liberatorio. L'importante è lasciare che l'arte fluisca. Il mondo cambia, questo sistema crollerà, me lo auguro perché sento che è estremamente tossico. Questo è il mio piccolo contributo.
Per esempio quando parlo di aborigeni italiani non scherzo affatto (se non chè li allargherei al mondo intero, ma iniziamo a fare un po' alla volta...). Scherzo quasi sempre, tranne quando canto. Sappiatelo.
Detto questo... Cara Santa Lucia... Mi raccomando (ocio alle buche nell'asfalto!).