Vi devo confessare
una cosa. Sono rientrato in studio. Sto registrando!!! Sono vivo
porca puttana!!! Sono finalmente rinsavito. Oppure sono passato fuori
del tutto. Rinuncio al lavoro. Il mio vero lavoro è questo. Devo
solo avere le palle per portarlo avanti e farlo fruttare. E ce le ho.
Mi spiace un po' per
chi ha dovuto ingoiare una delusione non vedendomi partire per le
Isole Tremiti, in particolare per coloro che a causa mia avevano già
prenotato le proprie ferie estive in quel bellissimo posto. Più che altro mi dispiace per quel pullman di studentesse olandesi... va beh...
sarà per la prossima...sarebbe stato l'ennesimo rimandare (affanculo) quello
che realmente sono (o al momento credo di essere...).
Magari avrei passato
una super estate esotica e avrei cannellato come un disperato ma non
ci voglio pensare. Sono ancora in tempo per fare tutto ciò senza
dover pulire cessi e piatti a turisti laidi e puzzoni.
Ora cambio discorso,
dato che trovo estremamente controproducente tormentarsi con
filosofie, teorie o cazzate varie. Molto meglio qualcosa tipo “Ora
et labora”. Capisci molto di più della vita mentre ori (va bene qualsiasi orazione anche "viva la mona", purchè ti rappresenti), labori (non troppo mi
raccomando...) e magari meglio ancora sbori pure.
E allora torno al
mio laboro.
Vorrei approfittare
del momento romantico (non so perché ma mi è venuto da scrivere
così) per elogiare una mia compagna di avventure che da poco è
rientrata a far parte della mia vita dopo un lungo periodo di rottura
(nel vero senso della parola nel suo caso, nel senso di rottura dei
coglioni nel mio...). Era da tempo ferita, ma pure trascurata,
ignorata, derisa. Sostituita completamente da altre più giovani e
professionali ma soprattutto più fredde, asettiche, molto più buone
per circostanze “ufficiali” che non per attimi di pura anarchia
creativa.
Eppure la maggior
parte delle mie canzoni più fiche le ho scritte proprio con lei. Ci
siamo girati mezzo mondo assieme. Abbiamo conosciuto tanta gente,
abbiamo fatto tante cose. Ci siamo fatti dei superviaggioni
psichedelici assieme da cui sono scaturite ballate che rimarranno
nella storia (almeno nella nostra...). Mi ricordo come se fosse ieri
il nostro primo incontro. Quando la vidi sul fondo di quel negozio di
Aranjuez, con il suo bel vestitino scozzese (ora distrutto dalle
intemperie) non seppi resistere, le chiesi se voleva venire via con
me. La presi per mano, allungai qualche banconota al suo mecenate e
ce ne uscimmo contenti come una Pasqua canticchiando “Pe' ffà la
vita meno amara me so' comprato sta chitara...”. Grazie all'aiuto
di un bravissimo mastro liutaio la signorina Juanita Admira Lòpez è
tornata in forma quasi come ai vecchi tempi (anche se mi è stato
intimato di trattarla come un cimelio...). è tornato il feeling tra
di noi. Non stiamo componendo un cazzo però ci divertiamo insieme.
Mi ha detto che sto giro però devo trattarla con più garbo e non
lasciarla nelle mani di gentaglia dai modi bruti, come accadde più
volte soprattutto negli anni 2009-2010, quando veniva letteralmente
stuprata quasi quotidianamente da branchi di ubriaconi punkrock,
piccoli delinquenti in crescita e immonde coverband di De Andrè.
Talvolta fu accarezzata pure da grandi maestri delle sei corde.
Ricordo una notte al lido di Pisogne dove Juanita finì nelle mani
del grande bluesman Cek. Venne suonata anche da un
Certo Misha, cantautore di strada/barbone ceko “residente” a
Ragusa Ibla che chissà che fine avrà fatto. A Darwin un tipo in
acido la accordò in RE aperto e mi insegnò la tecnica dello slide.
Ad Alice Springs finì nella mani di un aborigeno che cantava
country. A Varanasi la intinsi nel Gange. In Thailandia tutti quelli
che la vedevano volevano provarla o volevano che suonassi Hotel
California e invece io intonavo “Il cafè de la Pepìna”. Di
aneddoti me ne vengono in mente tantissimi. Ma uno in particolare.
Correva l'anno 2010. Ci trovavamo a Saintes Maries de La Mer, nella
Francia meridionale in occasione della festa di Santa Sara, raduno di
zingari da tutto il mondo. Dopo aver prestato la Juanita a un
ciccione e laido gitano spagnolo che si vantava di essere un guitar
hero ma era quasi peggio di me (a livello chitarristico, a livello
estetico era proprio un cesso umano) me la ritrovai completamente
scordata (e unta... va beh...) e, dato il mio avanzato stato di
ebbrezza alcoolica, non riuscii più ad accordarla per suonare
“Madonnina dai Riccioli d'Oro” richiestami da un gruppo di
turisti milanesi (sono peggio della peste quelli, li trovi ovunque...). Mi imbestialii. Arrivai al punto di
chiamarla “puttana” e prenderla a pugni. Ma dopo un'oretta fecimo
la pace e fu bellissimo. Subito intonammo una bella rumba. Un'altra volta
invece che feci un po' il bischero con lei fu al festival Nistoc
dell'estate 2008. Ero appena rientrato dal mio lungo soggiorno
spagnolo durante il quale avevo conosciuto Juanita. Fu per me una notte lisergica. A un certo punto mi dimenticai completamente di
lei (che ai tempi mi portavo ovunque, anche al cesso), la gettai
malamente sul prato fangoso (perché a Nistoc prima o dopo piove
sempre...come a Woodstock) tra le tende e centinaia di bifolchi ubbriachi e
vociferanti, per gettarmi in mezzo alla movida sotto il palco a
danzare come un forsennato.
Avrei potuto riporla gentilmente da
qualche parte. Invece l'abbandonai proprio lì in mezzo alla merda
più putrescente per andare a spassarmela. Quando ormai la movida
estrema era finita, tipo che quasi albeggiava, a girovagare
rimanevamo soltanto io e il mio compagno di viaggio DR (fatta
eccezione per un paio di zombi che continuavano a bere birra
ininterrottamente da chissà quanti giorni, parlando ormai a
sbiascichi di michiate sempre più colossali e molto poco interessanti). C'era troppo
silenzio. Non sarà mica un festival questo!?! C'era bisogno di una
bella rumba (camuna)! Solo allora, dopo ore dall'abbandono, mi ricordai
dell'esistenza della dolce e temeraria Juanita (allora ancora molto
giovane e inesperta, diciamo che quella fu una sorta di iniziazione
per lei...), mia innamorata. La disperazione mi si dipinse
istantaneamente sul volto.
Stavo già pensando a come avrei potuto suicidarmi senza sporcare in giro (anche perchè più di così...no!) quando mi venne la brillante idea di andarla a cercare in mezzo a quel delirio che dimorava un po' ovunque, fuori e dentro me. Corsi su per giù per i prati melmosi (anzi, diciamo le cose come stanno... merdosi!), facendo lo slalom tra le tende, i cadaveri, le sboccate e tutta una serie di cose alquanto disgustose. La trovai poi proprio dove l'avevo abbandonata. Bella come il sole. Lustra nonostante stesse per essere inghiottita dalle sabbie mobili. Accanto a lei un ragazzo e una ragazza, forse due angeli, dormivano abbracciati, vestiti di bianco, in mezzo alla merda. Da allora non ci fu più pace per nessuno. La rumba svegliò tutti tant'è che dopo mesi, anche anni, mi capitò ancora, in giro per Brescia, di essere fermato per la strada da gente che mi diceva “Ma tu sei quello della rumba?”. Ho sempre risposto di sì e non mi hanno mai ammazzato. Quindi la rumba sotto sotto era piaciuta.
Stavo già pensando a come avrei potuto suicidarmi senza sporcare in giro (anche perchè più di così...no!) quando mi venne la brillante idea di andarla a cercare in mezzo a quel delirio che dimorava un po' ovunque, fuori e dentro me. Corsi su per giù per i prati melmosi (anzi, diciamo le cose come stanno... merdosi!), facendo lo slalom tra le tende, i cadaveri, le sboccate e tutta una serie di cose alquanto disgustose. La trovai poi proprio dove l'avevo abbandonata. Bella come il sole. Lustra nonostante stesse per essere inghiottita dalle sabbie mobili. Accanto a lei un ragazzo e una ragazza, forse due angeli, dormivano abbracciati, vestiti di bianco, in mezzo alla merda. Da allora non ci fu più pace per nessuno. La rumba svegliò tutti tant'è che dopo mesi, anche anni, mi capitò ancora, in giro per Brescia, di essere fermato per la strada da gente che mi diceva “Ma tu sei quello della rumba?”. Ho sempre risposto di sì e non mi hanno mai ammazzato. Quindi la rumba sotto sotto era piaciuta.
E poi in realtà non sono io quello delle rumba, è la
Juanita quella della rumba.
Tutto questo per
dire: BENTORNATA JUANITA!!!
Con Amore.
Con Amore.
Carlones Kamal
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