lunedì 9 novembre 2020

SIAMO TUTTI OCCIDENTALI REVIVAL

 

Quest'anno è molto strano, oltreché fantastico. 
 
Ogni volta che penso “dov'ero l'anno scorso in questo periodo?” ero sempre da qualche parte. 
 
Ad esempio in questo periodo ero in Transilvania, tra concerti, boschi, castelli, chiese e cimiteri. Quest'anno sono più o meno sempre qui (“Ma qui dove?” mi chiederete voi, o magari no e vi ringrazio molto per la domanda, o magari no) tra boschi, chiese, cimiteri e manicomi più o meno a cielo aperto. Una figata assoluta.
Non serve più nemmeno spostarsi, è tutto qui a portata di mano!!! 
 
Comunque sia proprio dal passato, proprio ieri (quindi si parla di passato nel passato... e si torna alla mia teoria della scimmia dei Coco Pops che chi mi conosce bene sa di cosa sto parlando e chi non lo sa me lo può chiedere in privato oppure provare ad immaginarselo come meglio crede tanto a me non cambia nulla...) è “tornata a visitarmi” (e poi ditemi che non è possibile viaggiare nel tempo...) una canzonetta che scrissi nel lontano 2007 (anzi forse era addirittura la fine del 2006...) agli albori della mia carriera musicale solista. 
 
L'ho trovata squisitamente attuale (forse addirittura quando la scrissi, come spesso accadde e accade, non l'avevo nemmeno capita così bene, anche se sono sempre pronto a ricredermi sul fatto di averla capita ora nel caso la mia consapevolezza aumentasse ulteriormente in maniera esponenziale ed è appunto ciò su cui sto lavorando assiduamente da anni) nonché, come quasi tutte le mie canzoni più datate, estremamente prolissa, musicalmente complicata e politicamente molto scorretta (per gli standard attuali soprattutto, ai tempi l'inquisizione in quel senso era decisamente meno spietata e, anzi, se non ero politicamente scorretto non mi cagava nessuno, poi ho dovuto "smussare" un po' gli angoli più acuti per poter scalare le classifiche ma dato che non ho scalato un bel niente anche perché soffro di vertigini ora torno a sbattermene le balle nonostante i tempi siano parecchio bui per questo tipo di pratiche), in parole povere una martellata nei coglioni.
 
Non essendo ai tempi (tendo a precisare che la suddetta canzone la suonai dal vivo solamente fino a una decina di anni fa, non oltre) in voga insulti del tipo “sovranista” o “complottista” me la cavavo perlopiù con i classici “omofobo”, “xenofobo”, “sessista”(da abbinare pure a“droghista” e “rocchenrollista”) o che ne so, “comunista” o “no-global”. Alla peggio il gran classico “fascio” che non tramonta mai. Se non me lo dicevano gli altri me lo dicevo da solo, come faccio tutt'ora. Magari va bene anche un generico “picio” o "boca daèrta" che ha meno implicazioni socio-politiche. 
 
Comunque sia, polemiche autogenerate a parte, avendo perso (era sulla mia storica pagina https://myspace.com/kamalenamoraodelavida ma è misteriosamente scomparso nel nulla assieme a tantissimi dati di myspace...) il video in cui suonavo appunto questa canzone in concerto al Baretto dl Parco Dosso di Bienno nella leggendaria estate del 2009 (quando ero contemporaneamente barista, menestrello nonché Presidente illustrissimo dell'Associazione LiberaMente Camuni e devoto praticante dei culti ancestrali legati al Sacro torrente Grigna) ho dovuto, mio malgrado, per farvi accedere al pezzo in questione, risuonarlo e ricantarlo tristemente chiuso in casa come fanno i cantautori moderni. 
 
A grandi linee potrei scriverlo anche oggi un pezzo del genere (ti piacerebbe eh? picio! ahahah!). Forse cambierei leggermente la parte finale in cui si dice che con la morte corporale è morto il mondo occidentale (ti piacerebbe eh? boca daèrta!). Non sono del tutto d'accordo. O meglio sarebbe da specificare di che tipo di morte corporale si tratta (di quale corpo) perché se intendessimo solamente il corpo fisico, dubito fortemente che l'”occidentalismo” se ne possa andare con la semplice morte fisica, in quanto credo che sia “leggermente” più radicato. Dovrebbe morire più di un corpo ma va beh queste sono questioni che al momento non hanno una grande importanza. 
 
Mi concentrerei invece maggiormente sulla frase/fase siamo in campo per giocare. Questo è semplicemente il punto di partenza. Presa coscienza di ciò, tutto il resto è da inventare. 
 
 
 
Mi auguro siate in grado di andare oltre le “parolacce”, le varie scurrilità e le “scorrettezze politiche” (ero giovane e incensurato, nonché pieno di vita) e cogliate il vero messaggio di questa canzone (anche se, sapendo che c'è pure in giro gente che dopo aver ascoltato il mio celebre pezzo denominato La Svizzera pensa che io odi la Svizzera, forse è meglio non sopravvalutare troppo il livello di comprensione di chi ascolta ahahahah! O magari sono io che mi spiego male... o magari è l'ironia che è passata di moda... boh...) che in realtà non è nella canzone ma è dentro ognuno di voi. E non deve piacervi per forza... Non deve proprio niente per forza. Nessuno. Forse qualcosa sì ma non sta a lei/lui pensarci. 
 
Tutto qui. Siamo in campo per giocare. Potete stare anche in panchina se volete. Potete stare anche a casa. Non sarò certamente io ad impedirvelo. Nulla di nulla. Vogliatevi bene se potete e tante buone cose. Alla peggio scannatevi con decoro.
 
Buon ascolto e ci vediamo a Santa Lucia!
(ricordatevi di scrivere la letterina in braille che quella non ci vede un'ostrega)
 
Messer Kamalli
 
gran visir delle Boche daèrte de la Mantelera


Nessun commento:

Posta un commento