Innanzitutto
vorrei scusarmi con Jimmy Damasi e Moira Tonghini Venturelli per non
averli citati (qualche post fa...) tra coloro che si occuparono di
pubblicare qualcosa (anche se non proprio una recensione, direi una
presentazione) riguardante il mio ultimo (per il momento, ma non
escludo che possa essere l'ultimo capitolo di Kamal il cantautore...)
album “La Bacchetta Magica e Altre Storie...”. Lo fecero eccome
parecchio tempo fa in uno dei primi numeri del loro “Molly's
Kitchen Magazine”. Vorrei quindi ringraziarli molto dello spazio
dedicatomi. Forse è grazie a quello che si dice io abbia numerose
fans avvenenti in Val di Scalve...
Ma ora
occupiamoci di altro... facciamo un bel salto nel passato e andiamo a
continuare con le autorecensioni dei miei precedenti lavori. È oggi
il turno di mettere sotto esame il miniCD intitolato “Tre ballate
(scostumate) per l'estate”, che vide la luce nel giugno del 2010,
partorito da un Kamal appena divenuto ventottenne e molto sicuro di
sé (per avere superato la fatidica boa dei 27...). Nonostante
sia già stato recensito proprio da Rockit (o meglio... da quei
bischeracci di Rockit...cliccate su questo link se volete
leggere la recensione
http://www.rockit.it/recensione/23922/kamal-tre-ballate-scostumate-per-lestate
… ogni tanto me la rileggo per farmi quattro preziose ghignate che
in questi tempi bui sono una vera e propria manna dal cielo... e ogni
volta che la rileggo la trovo sempre più azzeccata a parte qualche
errore ortografico imperdonabile). Come al solito
affido la recensione al Sig.Capitan Decoro, in diretta
multisensoriale altoatesina nazipunk da Trepuzzi sull'Ontario, non
chiedetemi dove cazzo sia perché non ne ho idea anche se ho il
presentimento che si trovi vicino a Scanzorosciate.
TRE BALLATE
(SCOSTUMATE) PER L'ESTATE (2010) Autoprodotto.
Credendosi
ormai un superdivo, il signor Kamal pubblicò (in maniera totalmente
illegale) quest'orripilante dischetto pensando che potesse essere la
giusta colonna sonora per un'estate piena di emozioni. E per qualcuno
probabilmente lo fu. Questo è un lavoro estremamente locale, dove
solo pochi iniziati possono capire non dico a fondo ma anche solo un
po' le canzoni. Questo fattore non fa che avvicinarlo parecchio a
Franco Battiato. I musicisti di cui si avvale lo stronzo (per non
dire sempre il cantautore...) sono pochi ma gagliardi e dai nomi
pittoreschi (Freddy Nasaldo, Piero Grappa...). La copertina è una foto a dir poco geniale scattata Da Sirio B. ad Arles (Francia). Oltre ad essere una gran bella copertina è anche un ricordo dell'amico Fuente (colui che piscia nella foto), scomparso prematuramente nel 2011. Riposi in Pace.
Ma ora passiamo ad analizzare le tracce...
Ma ora passiamo ad analizzare le tracce...
1)
IL BARETTO: è senz'altro il pezzo più energico del lavoro. Di una
musicalità brillante, estiva, festaiola. Fu l'inno indiscusso della
seconda stagione in cui Kamal (con il nome cristiano di Carlo) gestì
mediante l'associazione (a deficere) LiberaMente
Camuni il
leggendario chiosco del Parco Dosso di Bienno, noto soprattutto per
essere frequentato da grandi personalità dell'elite beat camuna e
non, oltrechè da maestri spirituali estremamente illuminati ma
incompresi e perdipiù derisi dalla stragrande maggioranza delle
pecore...ohps...delle persone. Ma la cosa più importante di questo
luogo un tempo magico, oggi un po' meno (anche a causa di recenti
vergognose attività teppistiche sui muri di quello che fu un vero e
proprio tempio...) è proprio la sua collocazione, sulle sacre rive
del Torrente Grigna, conosciuto anche come Sua Divina Grazia il
Grigna oppure Il Pisciatoio degli Dei. E fu appunto quello il segreto
dell'ex cantautore politicamente
ambiguo Kamal. Ogni giorno compiva bagni rituali nelle santissime
acque del Grigna e ne usciva rinvigorito, colmo di gioia, vitalità e
sorrisi. E in questa canzone tutto ciò si sente. Se poi non sapete
chi sono Getto, Tonino, Mario,… Dove si trova Pisogne oppure chi
erano Gli Eroi perché magari siete una pecorara di Sessa Aurunca, un
gestore di Bed & Breakfast di Matera, una mignotta altoatesina
(in quel caso chiamatemi), uno zappaterra dell'Agro Pontino oppure il
Siòr Gigino di Corniolo, direi anche chissenefrega. Anche io non so
dove cazzo è Via Paolo Fabbri 43, nemmeno Via del Campo e neppure
Memphis Tennessee, come pure non conosco Silvia fa presto che sono le
otto nemmeno Alfredo il colpevole. Però conosco una ragazza di
Torino...
Fatto
sta che questa canzone scorre via bene, liscia come l'olio e volendo
la si può anche ballare. Tiè!
2)
FOLLETTI E FICHETTE: Qua andiamo già più sul folle. Ascoltando
questo pezzo si comprende subito il perché la mamma di Kamal disse
dopo aver ascoltato questo Cd “Sì, bello, solo che usi un po'
troppo spesso quella parola”. E qui (come pure nella canzone
successiva) quella parola c'è in diverse salse. C'è sia nella sua
versione più aulica con la C che in quella forse leggermente più
volgarotta con la G. Non vi dico che parola è anche perché per
quello ci pensa già Kamal nelle sue canzoni. E fa bene perché
quella parola va detta, si deve insistere perché è l'origine del
Tutto. E chi non conosce la propria origine è fottuto. Ok a parte
l'ampio utilizzo di quella magica parola, questa canzoncina molto
filastroccosa sa di bosco. Sa di fischettamenti nel bosco. E da lì
scaturiscono tutta una serie di avventure strampalate che però sono
costate a quel picio di Kamal non dico una scomunica ma numerose
critiche in particolare da parte di attiviste femministe (per il
fatto d'invitare una donna non dico a preparare una pasta ma a
mettere l'acqua sul fornello e aspettarlo nuda sul bidè,
romanticismo estremo scambiato per sessismo...), da una amica che si
è sentita tirata in ballo (ma
che credo l'abbia perdonato), dai benpensanti che si domandano quali
sostanze avrà ingerito sto capellone di merda per incontrare dei
folletti, stranamente non dall'arcigay (nonostante ci sia una
“scena” in cui Kamal è costretto a sparare a dei folletti
filo-zapateristi che lo vogliono sodomizzare) e un po' da quegli
internazionalisti (per meglio dire romanisti o anglosassonisti) che
non tollerano la citazione di luoghi come Borno (che tra l'altro fa
rima con porno) o l'utilizzo di frasi in dialetto che non sia romano,
milanese, napoletano o americano. O Dio cano. Poteva fare a meno ma
l'ha incisa. E piace pure!
3)INNO
ALLA PAZZIA: Tematica molto cara al nostro Carlo (e chiamiamolo un
po' come mamma l'ha fatto!), un po' perché ne è visibilmente
afflitto, un po' perché ama circondarsi di persone che ne sono
afflitte, un
po' perché forse la vera pazzia è quella che affligge chi non ne è
ufficialmente afflitto, eccc... Fatto sta che questa canzuncella, un
po' cupa ma con un ritmo davvero incalzante soprattutto grazie alla
poderosa linea di basso di Freddy Nasaldo (ex Freddy Ferrata,
attualmente Freddy Meraviglia, segnatevelo che ne sentirete molto
parlare nel mondo del jazz...) che tra l'altro in questo pezzo suona
pure la tromba, stavo dicendo questa canzuncella ci sta dentro di
brutto, zio.
Parzialmente
ispirata alle dottrine post-nichiliste di Penny (R.I.P.), con
sfumature mariosigarettiane e delirii tipicamente kamalici (come la
Sibilla bolscevica che allevava mosche all'interno della...), questa
canzone chiude il miniCD (salvo eventuali tracce fantasma che sono la
vera passione di Kamal anche se in questo caso ha esagerato...)
lasciandoci con un po' di amarezza ma anche tanta speranza per un
mondo migliore in cui si possa essere liberi di godere delle
innumerevoli sfaccettature di una sana follia.
Ero
partito denigrando l'autore di questo EP ma alla fine mi sono reso
conto che non è poi un lavoraccio, anzi... Si va beh... non è
Guccini e nemmeno Gianni Drudi, non è nemmeno emiliano (appunto, è
Carlo!). Non fa nemmeno così cacare. Anzi vi devo dire la verità,
so che la reputazione ne risentirà notevolmente ma devo confessarvi
che a me un po' questo pseudo-CD piace.
Chiudo
con un consiglio per il buon Kamal. “O torni cazzuto come un tempo,
anzi di più, oppure ritirati. Picio!”.
Letto,
firmato e sottoscritto.
Capitan
Decoro.
Nessun commento:
Posta un commento