martedì 8 novembre 2022

PRODOTTO DI NICCHIA O PRODOTTO DI MINCHIA?

 Anche se è una notte di luna piena e “quelli come me” normalmente sono in giro a celebrare sabba o a fare i licantropi (io personalmente attendo che tutti vadano a fare le nanne e poi zitto zitto, quatto quatto...) mi ha preso una strana voglia di mettere nero su bianco (senza alcuna implicazione di accoppiamenti multirazziali). Non ho la minima idea di cosa scrivere ma sento un qualcosa sulla punta della lingua e stranamente, nonché accidentalmente, non si tratta di un clitoride e a dir la verità non si tratta nemmeno della punta della lingua anche perché sto scrivendo e non parlando. 

Chiuso l'inesistente argomento introduttivo, veniamo al succo della questione. 

Dove eravamo rimasti? Ah sì ecco... al fatto che non devo sentirmi in colpa se sono strafigo, se proprio prendetevela con chi ha creato tutto ciò. Quindi se ciò vi infastidisce prendetevela con voi stessi perché l'avete creata voi. Oppure Dio. Ma chi è Dio? Che ne so, chiedetelo a lui o avete ancora bisogno di chi vi faccia da tramite? Se ne avete bisogno contattatemi pure a fine lettura che vi mando l'IBAN.

Forse potrei iniziare a tirare delle somme su questo mio “anno musicale”, anche perché data la frequenza con cui scrivo su questo blog ultimamente potrebbe essere l'ultimo post del 2022 e magari potrebbe essere anche l'ultimo della mia vita dato che noi sedicenti (o deficienti) artisti “controcorrente” essendo molto simili a dei salmoni finiamo spesso affumicati sotto Natale sulle tavole degli italiani...

La somma somma è questa: pur avendo realizzato di essere sempre più un fenomeno terribilmente di nicchia (e constatando che fuori dalla nicchia c'è perlopiù della roba che a me fa venire il voltastomaco direi che non ci sto per niente male) anche se non me lo spiego molto perché secondo i miei canoni le canzoni che propongo su questo pianeta sono fin troppo commerciali. Poi ovviamente puoi avere anche inventato la “Hoha-hola” che se non sei capace di venderla la gente continuerà imperterrita a bere acqua, vino e birra e a campare 100 anni come se niente fosse. Tutto sommato mi piace quello che faccio. Sono figo. Io mi ascolterei (cantare, suonare, a volte anche parlare ma senza esagerare) se abitassi in un altro “involucro”. Se avessi un involucro femminile forse mi scoperei pure. Se avessi un involucro maschile dalle tendenze spiccatamente omosessuali non credo però perché non sarei il mio tipo (più che altro io da "ghèi" non sarei il tipo di chi sono attualmente), seppur ciò potrebbe farmi guadagnare tantissimi "punti cool" (nel vero senso della parola pronunciata all'inglese e percepita da un italiano monolingue) all'interno delle classifiche mainstream. Ovviamente però se fossi gran parte della gente "massificata" che conosco mi starei sulle palle. Troppo bello (ci ruba le fighe), troppo politicamente ambiguo (troppo di destra per i sinistroidi, troppo di sinistra per i destroidi ma soprattutto troppo estremista per i centroidi), troppo no-vax (un po' sì però non esageriamo se no ti mando a casa il generale Figl...), troppo (ras)putiniano, troppo trumpista, troppo elitario, troppo prolisso, troppo sintetico, troppo volgare, troppo spirituale, troppo ubriaco, troppo “rimasto fuori”, troppo sobrio, troppo intimista, troppo locale, troppo poco. Fondamentalmente mi starei sul cazzo e mi vorrei mettere alla gogna (cosa già accaduta come testimonia la foto qui a sinistra, grazie e Dio avevo l'abbronzatura giusta per potermi permettere di denunciare per razzismo chi mi aveva ridotto così. Peccato che dopo aver mandato egli stesso alla gogna mi sono accorto che ero stato io stesso a mettermi in quel casino. Morale della favola sono ancora alla gogna, chi mi viene a liberare?) però le canzoni potrebbero anche piacermi, soprattutto la Pepìna e quella là della figa languida.

Quindi con questo cosa voglio dire?

Che mi merito il successone che ho: pochi fans ma bellissimi, donne splendide (poche ma bone) che si eccitano e danzano a ritmo delle mie canzoni, pochi concerti all'anno ma sempre in luoghi perlopiù incantevoli, molte canzoni divertenti da cantare e da suonare, talvolta illustri collaboratori che condividono il palco con me, una vita, tanto Amore, Dio, … direi che nella nicchia non si sta poi male.

Forse con un buon booking manager (lo sono stato di me stesso, ho pure fatto un corso a Roma che ha dato i suoi frutti però sinceramente a me quel lavoro lì fa letteralmente cagare e se ci do dentro troppo mi fa passare anche la voglia di suonare e un po' anche di vivere...) potrei incrementare leggermente il numero di concerti (la qualità non so... ho un gusto estetico piuttosto fine e infatti credo che se dovessi selezionare un/a booking manager sarei piuttosto esigente e spietato nelle selezioni) e magari far arrivare la nicchia laddove è solo un potenziale inespresso. Tutto qui. La massa sarebbe ancora là a sbraitare i suoi sloganacci da bifolchi senzadio e andrebbe bene così. Tutto sarebbe splendido così, come pure lo è ora in questo medesimo istante, da sempre e per sempre.

Tutto sommato quando mi si definisce artisticamente un “prodotto di nicchia” continuo imperterrito a rispondere «Non sono un prodotto di nicchia, sono un prodotto di minchia».

Amen.

1 commento: